sabato 23 novembre 2013









Nell'antica Grecia, luoghi quali incroci, sorgenti, pozzi, boschi erano "abitati": da dèi e dee, ninfe, daimones. Gli uomini dovevano essere consapevoli dello spirito, della sensibilità, dell'immaginazione che vi sovrintendeva e di come corrispondere al luogo in cui ci si trovava. Nella nostra cultura, invece, a partire da Cartesio a Newton - con le astrazioni del razionalismo e la rivoluzione scientifica del Seicento -, i luoghi hanno perso l'anima: abbiamo sostituito l'individualità, la specificità con l'idea di uno spazio "vuoto", uniforme, che si può misurare e occupare. Seguendo le orme di Carl Gustav Jung e dei greci, James Hillman - il grande psicologo e filosofo americano che ha riportato al centro della nostra riflessione l'idea di "anima" - recupera l'antica nozione di una natura animata che assorbe i pensieri e le tradizioni degli uomini che la abitano da secoli o millenni. In questo nuovo libro, Hillman parla dell'anima dei luoghi - e del senso della bellezza, e della necessità di preservarlo - con l'architetto Carlo Truppi, in un dialogo nato in un luogo speciale, Siracusa, in occasione di un convegno sul recupero dell'isola di Ortigia. E' un dialogo che si snoda in una terra di frontiera, e su sentieri diversi e intrecciati lo psicologo e l'architetto vanno alla ricerca di idee e di significati che superano i confini tra le discipline. E' un appello a risvegliarsi dall' "anestesia" e dall'incapacità di provare sensazioni che avvolge la nostra cultura, a riscoprire la concezione "animistica, e dunque pagana, secondo la quale tutto è vivo, tutto ci parla. E' un atto di fede nella bellezza che sola può restituire un senso all'architettura, al paesaggio, alle città, e alla nostra stessa vita.






James Hillman - L'anima dei luoghi.Conversazione con Carlo Truppi - Rizzoli Editore - 2004

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